Dopo aver seguito indicazioni più o meno utili durante i nove mesi della gravidanza sull’aspetto alimentare, la successiva fase dell’allattamento al seno propone gli stessi dilemmi; Cosa mangiare? Quanto? Quando?
Il toto consigli alimentari parte inesorabile e vede protagonisti nonni, zii, cugini, vicini, vicini dei vicini, ecc con il risultato di aumentare ancora di più la confusione e perdere di vista molto spesso il vero significato dell’allattamento materno che va ben oltre la sola componente in nutrienti.
Cibi da evitare, integrazione improvvisata, detti popolari portano di frequente a disorientare la mamma favorendo in molti casi squilibri nutrizionali che si ripercuotono sulla salute dei neonati.
In questo marasma generale, scegliere la via dell’informazione e della formazione personale in tema di nutrizione rappresenta la strada maestra per trovare la giusta risposta ai dubbi sull’aspetto quali-quantitativo del cibo, il confronto con un nutrizionista esperto può evitare mesi di tentativi e pratiche poco felici per ritrovare la propria serenità di donna e di mamma.
Il bimbo ha sei mesi: scatta l’ora X
Preso confidenza con l’allattamento al seno è già tempo di pensare ad una nuova fase sperimentale, il bimbo ha compiuto da appena 30 secondi i 6 mesi per cui bisogna pensare alla prima pappa altrimenti rischia la carenza di non si sa bene cosa.
La vita di mamma, ed in questa fase di genitori, è davvero impegnativa. Nessuno ci ha fornito il libretto di istruzioni nutrizionali nelle diverse fasi che il neonato deve affrontare.
I più fortunati ricevono in dono un libretto di istruzioni con le indicazioni precise da attuare dal proprio pediatra, per i più temerari c’è da affrontare nuove sfide alla scoperta del miglior cibo da preparare al proprio figlio.
Svezzamento o autosvezzamento? Qui nasce il dilemma.
In attesa di approfondire la tematica, un’ultima considerazione, per quale strano motivo il bambino diventa incapace di gestire la propria alimentazione tra una poppata e l’altra?
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